La Via Crucis al Colosseo con il Santo Padre Joseph Alois Ratzinger
La via Crucis (Via della Croce) rappresenta le ultime vicende drammatiche della Passione di Gesu', secondo i racconti evangelici; e' detta anche Calvario, dal nome del monte su cui avvenne il supplizio. Come itinerario simbolico risale forse al tempo delle Crociate, ma venne codificata nella forma attuale nel Seicento. Il privilegio di erigere la Via Crucis e' esclusivo dell'Ordine francescano. La piu' conosciuta celebrazione pubblica della Via Crucis e' quella che si svolge la sera del venerdi' santo, a Roma, dal Colosseo al Tempio di Venere: e' guidata dal papa in persona, e' organizzata accuratamente, e'trasmessa tramite televisione in Italia e all'estero. La Via Crucis è uno degli esercizi di pietà prediletti dal Santo Padre: una predilezione che affonda le sue radici nella tradizione familiare, nelle usanze della parrocchia dove Karol Woityła fu battezzato, nelle scelte pastorali della Polonia, nel cui corpo - la sua terra – ferito, diviso, spogliato da potenze straniere si è prolungato il mistero della passione di Cristo. Si comprende, quindi, come il pio esercizio della Via Crucis, che nella prima metà del secolo XVIII aveva già assunto la forma attuale ed era stato approvato dalla Sede Apostolica, si sia diffuso rapidamente nella Polonia, radicandosi saldamente nell’humus della pietà popolare. Giovanni Paolo II, da quando Dio, nel suo disegno provvidenziale, lo ha chiamato alla cattedra di Pietro (16 ottobre 1978), non è mai mancato all’appuntamento della «Via Crucis al Colosseo», la sera del Venerdì Santo. In riferimento ad essa, il Santo Padre avverte intensamente il legame profondo che unisce Gerusalemme, la città dove Gesù, carico della Croce, percorse l’ultimo tratto del cammino della sua vita; Cracovia, già sua sede episcopale, la cui cattedrale si erge sul colle Wawel, per molti secoli cuore della monarchia e della Chiesa, quasi emblema della Polonia gloriosa e straziata; Roma, sede del Successore di Pietro, a cui Gesù affidò il compito di confermare i fratelli nella fede (cf. Lc 22, 3l), di pascere i suoi agnelli e le sue pecorelle (cf. Gv 21, 15-17), e a cui rivolse l’ultimo, perentorio invito: «Tu seguimi» (Gv 21, 22). Sono a centinaia e tutte molto suggestive le Vie Crucis che si rinnovano ogni anno in tutta Italia. Resistono al tempo e alle mode e ogni anno ripropongono il mistero della passione e morte di Cristo con intensità preparata spesso nei mesi antecedenti alla Pasqua. Le Vie Crucis viventi, ma più in generale tutti i riti collettivi della Settimana Santa, si trovano un po' ovunque. Ricordiamo le più interessanti: Scenografie all'aperto e 400 personaggi itineranti nel borgo si trovano a Romagnano Sesia (Novara). In Liguria, in provincia di Imperia, a Borghetto d'Arroscia si può assistere alla trasformazione di un piccolo borgo in un set vivente davvero emozionante. Qui le sculture che attraversano la cittadina sono in legno, di grande pregio artistico e donate alla fine del ‘700 da un nobile di origine olandese, Francesco Vannenes. Statue a grandezza naturale sono portate in spalla con grande solennità ad Assisi e Gubbio (Umbria) e Porto Recanati (Marche), mentre il raccoglimento spirituale pervade l'atmosfera di Frassinoro (sull'appennino modenese) e della sua abbazia risalente all'Alto medioevo. Per suoni di strumenti antichi, trombe e tamburi modellati con legni inusuali invece l'appuntamento è sulle spiagge campane di Procida. Sardegna e Sicilia regalano i riti forse più intensi, derivanti dalla dominazione spagnola. Ad Alghero molte delle rappresentazioni sono in lingua catalana; il momento più toccante è forse la deposizione del Cristo nel "bressol", una bara in stile barocco decorata non proprio dimessamente in oro zecchino. In Sicilia le rappresentazioni sono davvero tante, tutte variopinte e meritevoli di attenzione. Nel Lazio, oltre alla Via Crucis più popolare, quella che vede protagonista il Santo Padre a Roma, segnaliamo quella di Sezze (Latina) e quella di Grottaferrata, 10 km a sud della capitale, con il rito greco ortodosso del Venerdì santo, presso l'abbazia di San Nilo. Tra le più curiose quella lucana di Barile dove gli interpreti della rappresentazione della Passione sono selezionati attraverso un'asta a cui possono partecipare davvero tutti. |
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