Galleria Foto
Cos'è B&B?
Libro Ospiti
Domande Frequenti
Link
Homepage
   
Prezzi
La Casa Dove Siamo
Prenotazioni
 
   
   
 

Dove dormire - ALLOGGI:

il B&B Saxa Rubra offre camere per ogni esigenza con ogni comfort e un ambiente caldo, familiare, elegante e romantico  Per informazioni, tariffe e prenotazioni clicca qui.

 

La città del Vaticano

Papa Giovanni Paolo II 

Papa Benedetto XVI

La Città del Vaticano a Roma è uno stato autonomo diretto dal Pontefice e riconosciuto ufficialmente con i Patti Lateranensi del 1929 d.C. dalla Repubblica Italiana.

Lo Stato del Vaticano si colloca sulla riva destra del fiume Tevere, intorno alla Basilica di San Pietro, sui luoghi dell'antico "Ager Vaticanus", dove, nel primo periodo della Roma imperiale, fra i molti cristiani che subirono il martirio, sembra ci fosse anche lo stesso San Pietro. Per ordine di Mussolini, intorno al 1936 d.C., l'assetto urbanistico del quartiere antistante il colonnato del Bernini fu radicalmente cambiato, e, per far posto a Via della Conciliazione, furono abbattuti parte degli antichi borghi. La strada, che ovviamente stravolge il significato del Colonnato ed il rapporto che l'opera aveva con il resto dell'Urbe, fu soprattutto segno tangibile della volontà di ricomporre definitivamente il dissidio fra lo Stato Italiano e la Chiesa unendo idealmente la Basilica del Vaticano con i palazzi del Quirinale e del Campidoglio al centro di Roma.
Oggi la Città del Vaticano è il più piccolo stato del mondo con i suoi circa 440000mq, ma mantiene i privilegi di uno stato indipendente quali avere proprie rappresentanze pubbliche, propri valori filatelici e numismatici ed organi ufficiali di stampa, come la testata dell'Osservatore Romano.

 

Secondo la tradizione la Basilica di San Pietro sorge sulla tomba dell'apostolo Pietro, crocifisso e giustiziato intorno al 60 d.C., sul luogo che il pontefice Anacleto volle segnare con la costruzione di un "trofeo".

Fu solamente con l'impero di Costantino e il riconoscimento della religione cristiana come culto ufficiale dell'impero romano che si gettarono le fondamenta della basilica paleocristiana di San Pietro. I lavori, avviati nel 315 d.C., giunsero a compimento circa undici anni più tardi, quando papa Silvestro II consacrò la chiesa con una cerimonia solenne. Dopo più di un millennio di storia l'edificio, nel quale erano anche ospitati alcuni affreschi di Giotto, era ormai in una condizione di pesante degrado quando Papa Nicola V ne decise un radicale restauro affidato a Leon Battista Alberti e a Bernardo Rossellino. Dopo la morte del Pontefice, tuttavia, Papa Giulio II decise di interrompere i lavori varando il progetto per la costruzione di una nuova cattedrale.
Nel 1506 d.C. l'incarico venne affidato al Bramante che cominciò con l'abbattere la basilica preesistente e con il gettare le basi di quella che sarebbe stata la più grande cattedrale della Cristianità. Negli oltre cento anni necessari a portare a compimento i lavori della Basilica si alternarono alla direzione della "Fabbrica di San Pietro" i più famosi artisti dell'epoca; da Raffaello Sanzio, che intorno al 1514 d.C scelse di trasformare l'impianto dell'edificio bramantesco in una croce latina, ad Antonio da Sangallo il Giovane e a Michelangelo, che, sotto il pontificato di Paolo III, oltre a decidere di ricuperare il progetto a croce greca originale, disegnò la cupola di cui seguì personalmente la realizzazione fino alla morte del 1564 d.C. Nei circa trenta anni che seguirono, la "Fabbrica di San Pietro" venne affidata prima alla direzione del Vignola e poi a quella degli architetti Giacomo Della Porta e Domenico Fontana a cui si deve ascrivere il merito di aver portato a compimento intorno al 1588 d.C. il progetto michelangiolesco della cupola. La Basilica di San Pietro raggiunse l'attuale aspetto grazie all'intervento di Carlo Maderno, che, ritornò all'impianto basilicale a croce latina, e definì l'aspetto
scenografico della facciata caratterizzato dalla scalinata, le colonne affioranti nelle murature, le finestre con la loggia delle benedizioni al centro ed in alto le tredici statue di Gesù, Giovanni Battista e gli apostoli. I lavori sulla basilica si conclusero sotto il pontificato di Urbano VIII nel 1626 d.C., ma solamente fra il 1655 d.C. ed il 1667d.C. per volere di Alessandro VII, Bernini progettò e realizzò il grande portico a colonnato di piazza San Pietro e pose al centro l'obelisco del I secolo a.C. proveniente da Eliopoli.
La Basilica di San Pietro, oggi in grado di accogliere 20000 fedeli, è alta oltre 130 metri e lunga circa 190, i soffitti delle navate raggiungono quasi i 44 metri e la cupola circa i 120 metri all'interno ed i 136 sulla lanterna esterna; gli interni, caratterizzati dalle vastissime decorazioni a mosaico, sono anche lo scrigno prezioso per alcune delle più celebri opere d'arte al mondo, quali ad esempio il Baldacchino del Bernini e la statua della Pietà di Michelangelo.

Baldacchino del Bernini

Urbano VIII incarica il Bernini di realizzare il Baldacchino di San Pietro per l'altare maggiore della Basilica all'età di soli 25 anni.

In quel periodo la fama dell'artista è grande, tuttavia il compito che gli si prospetta, mostra aspetti di innegabile difficoltà a partire dalle dimensioni stimate per l'opera per finire alla posizione centrale che essa dovrà occupare all'interno della Basilica di San Pietro. La progettazione e l'esecuzione dell'opera richiedono circa dieci anni, ma il risultato è un complesso architettonico, ed al tempo stesso scultoreo, che proietta Bernini, e l'arte tutta, verso il modo di concepire ed interagire con lo spazio proprio del barocco.
Il baldacchino in bronzo ha pianta quadrata e si alza per circa trenta metri; quattro colonne tortili, ognuna culminata dalla statua di un angelo, sorreggono gli architravi e le grandi volute che si uniscono salendo verso il centro. Il moto rotatorio e centripeto della composizione, così come il colore brunito, che per effetto ottico tende a far percepire la struttura come più piccola di quella che realmente è, sono precise scelte scenografiche del Bernini che è costretto ad interpretare un vasto spazio aperto dominato dalla severa geometria rinascimentale della cupola di Michelangelo.

La pietà di Michelangelo

Nel 1498 d.C. Michelangelo, a soli 22 anni, stipula un contratto, garantito da Jacopo Galli, con il cardinale francese di San Dionigi, per la realizzazione, entro un anno, di una Pietà di marmo destinata ad essere esposta nella Basilica di San Pietro.

La Pietà di Michelagelo nasce su un blocco di marmo scelto personalmente nelle cave di Carrara, dove l'artista rappresenta le figure isolate della Vergine Maria che tiene in grembo il corpo di Cristo appena deposto dalla croce, secondo un'iconografia che, in quel periodo, aveva trovato largo consenso al di là delle Alpi. Alta 1.74cm, la Pietà di Michelangelo presenta forti particolari anatomici e nelle finiture dei panneggi, con effetti di traslucido accentuati dal modo in cui la luce sembra carezzare le superfici marmoree. Una delle cose che maggiormente sorprende nella scultura è l'aspetto estremamente giovanile che l'artista volle dare al volto della Vergine Maria; questa scelta, vivamente criticata dai contemporanei, trova giustificazione nel carattere astratto della composizione. Nelle intenzioni dello scultore, la Madonna rappresenta probabilmente l'intera umanità e come tale, usando le parole della "Divina Commedia" di Dante, ella è "Vergine Madre, figlia di tuo figlio". Dalla figura del Cristo sono assenti i segni della Passione, Michelangelo, infatti, non persegue la rappresentazione oggettiva della morte ma manifesta la propria visione religiosa nel volto abbandonato e tuttavia sereno del Figlio a testimonianza della comunione fra uomo e Dio sancita con il sacrificio del Salvatore.
Si racconta che Michelangelo, non solito a firmare le proprie opere, dopo aver casualmente sentito alcuni visitatori lombardi dire che la Pietà era opera di Gobbo di Milano, sia entrato la notte stessa nella Basilica di San Pietro, ed abbia inciso sull'opera la scritta: "Angelus Bonarotus Florentinus Faciebat". La scultura fu collocata nel 1499 d.C. nella Cappella di Santa Petronilla in San Pietro, dove rimase fino al 1517 d.C quando venne spostata nella Sacrestia vecchia. Dal 1749 d.C. l'opera occupa l'attuale collocazione ed ha abbandonato la Basilica di San Pietro solo per essere ospitata nell'Esposizione Universale di New York dal 1962 al 1964. A seguito del gesto di un folle, che nel 1972 danneggiò l'opera con numerosi colpi di martello, dopo il restauro è stato deciso di proteggere la scultura con una parete di cristallo.

 

 

I musei Vaticani

Il nucleo originario delle opere dei Musei Vaticani è formato dalla raccolta di sculture che furono esposte nel "Cortile delle Statue", oggi chiamato Cortile Ottagono, per volontà di Giulio II Papa dal 1503 al 1513 d.C.

Clemente XIV e Pio VI allestirono le prime raccolte dei Musei e delle Gallerie Pontificie, mentre Pio VII arricchì la Raccolta Epigrafica e ampliò le sale dedicate alle Antichità Classiche, aggiungendovi il Museo Chiaramonti con le sale del Corridoio, della galleria Lapidaria e del Braccio Nuovo dove sono ospitate una serie di statue, busti, sarcofagi e rilievi con oltre 5000 iscrizioni pagane e cristiane, ed alcune delle opere più note dell'antichita come la statua di "Augusto di Prima Porta", la colossale statua del Nilo ed il Doriforo.
Gregorio XVI fondò il Museo Etrusco e il Museo Egizio, per raccogliere le opere provenienti da scavi ed esplorazioni effettuati in Etruria ed in Egitto.
L'organizzazione attuale dei Musei Vaticani si deve alla volontà di Pio IX e Pio X che aggiunsero rispettivamente il Museo Cristiano ed il Lapidario Ebraico formati con le iscrizioni e le sculture provenienti dai cimiteri cristiani ed ebraici di Roma. Fanno parte inoltre delle sale dei Musei Vaticani:

  • La Galleria degli Arazzi, allestita a partire dal 1814 d.C. negli ambienti decorati durante il pontificato di Papa Pio VI.
  • La Galleria delle Carte Geografiche con le carte dipinte sulle pareti in quaranta riquadri, decorata sotto Gregorio XIII e restaurata durante il papato di Urbano VIII.
  • La sala Sobieski, così chiamata dal dipinto di Giovanni III Sobieski, re della Polonia, che occupa per intero una parete.
  • La Sala dell'Immacolata, situata nella torre Borgia, contenente affreschi relativi al dogma dell'Immacolata Concezione.
  • Le Stanze di Raffaello, il cui nome è dovuto agli affreschi realizzati da Raffaello in quattro sale appartenenti all'antica residenza di Giulio II.
  • La Cappella Sistina che prende il nome dal fondatore Sisto IV ed ospita i celeberrimi affreschi di Michelangelo nella volta e sulla parete di fondo con il "Giudizio Universale".
  • L'Appartamento Borgia, fondato da Papa Alessandro IV Borgia, e decorato da affreschi di Pinturicchio ispirati al mondo classico e alla mitologia romana.
  • La Pinacoteca Vaticana, collocata da Pio XI nel 1932 d.C. in un apposito edificio presso il nuovo ingresso dei Musei.
  • Il Museo Missionario-Etnologico fondato da Pio XI, ordinato inizialmente nei piani superiori del Palazzo Lateranense ed in seguito trasportato, per volere di Giovanni XXIII, nello stesso edificio dove sono esposte anche le collezioni ex-Lateranensi.
  • La Collezione d'Arte Religiosa Moderna e Contemporanea, voluta da Paolo VI ed il Padiglione delle Carrozze allestito nel 1973 negli ambienti ricavati presso il Giardino Quadrato.

La Cappella Sistina, voluta da Papa Sisto IV della Rovere, da cui prende il nome, fu costruita da Giovannino de'Dolci tra il 1475 ed il 1481 d.C.

La decorazione quattrocentesca delle pareti, realizzata da uno straordinario gruppo di pittori composto dal Perugino, il Botticelli, il Signorelli ed il Ghirlandaio, comprende i finti tendaggi, le "Storie di Mosè e di Cristo" ed i ritratti dei Pontefici mentre Pier Matteo d'Amelia dipinse per l'inaugurazione sulla volta un cielo stellato.L'esecuzione degli affreschi, almeno per quella che fu la composizione iniziale, fu portata a termine nel 1482 d.C. quando furono eseguite anche le opere in marmo relative alla transenna, alla cantoria, e allo stemma pontificio posto sopra la porta d'ingresso. La cappella fu consacrata al culto dell'Assunta il 15 agosto del 1483 d.C. dal Pontefice Sisto IV ma già il nipote, Papa Giulio II della Rovere, appena 25 anni più tardi decise di modificare le decorazioni affidando l'incarico a Michelangelo Buonarroti.Il contratto sottoscritto l'8 maggio del 1508 d.C. prevedeva la realizzazione delle figure dei dodici apostoli nei pennacchi della volta circondati da motivi ornamentali, ma ben presto il Pontefice si vide costretto a cedere alle richieste dell'artista che rivendicava una maggiore libertà compositiva.Michelangelo dipinse nove episodi tratti dal libro della Genesi organizzati all'interno di un architettura fittizia in gruppi tematici di tre:

  • Separazione della luce dalle tenebre "Dio disse: - Sia la luce!-. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte."
  • La Creazione degli astri e delle piante"Dio fece le due luci grandi, la luce maggiore per regolare il giorno e la luce minore per regolare la notte, e le stelle."
  • Separazione della terra dalle acque "Dio disse: - Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto.- E così avvenne. Dio chiamò l'asciutto terra, e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona."
  • Creazione di Adamo"E Dio disse: - Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.-"
  • Creazione di Eva"Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo."
  • Peccato originale e cacciata dal Paradiso Terrestre"Ma il serpente disse alla donna: - Non morirete affatto! Anzi ... diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.- Allora la donna prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito".Il Signore Dio scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all'albero della vita."
  • Sacrificio di Noè
  • Diluvio Universale "Allora Dio disse a Noè: - E' venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; - "
  • Ebbrezza di Noè.Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e giacque scoperto all'interno della sua tenda."

A completamento del tessuto pittorico della Cappella Sistina, Michelangelo rappresentò lungo i lati della volta figure di sibille e profeti seduti in trono, nelle vele, quelle che presumibilmente devono ritenersi gli antenati di Cristo, e nei quattro pennacchi angolari, alcuni episodi della salvazione del popolo d'Israele.Il capolavoro di Michelangelo fu concluso nel 1512 d.C., ed il 1° novembre Giulio II inaugurò nuovamente la Cappella Sistina con una messa solenne.Verso la fine del 1533 d.C. Clemente VII De'Medici incaricò Michelangelo di modificare ulteriormente la decorazione della Sistina dipingendo sulla parete d'altare, al posto di alcuni affreschi del Perugino, il Giudizio Universale. Nella seconda metà del Cinquecento vennero restaurati gli affreschi della parete d'ingresso gravemente danneggiati dal crollo della porta avvenuto nel 1522 d.C: Hendrik van den Broeck ridipinse la "Resurrezione Di Cristo", mentre Matteo da Lecce la "Disputa sul corpo di Mosè". Gli affreschi della Cappella Sistina hanno subito un completo restauro tra il 1979 ed il 1999 d.C. recuperando lo splendore dei colori e l'integrità del tessuto pittorico originale.

La Pinacoteca Vaticana, fondata nel 1799 d.C. da Pio VI, trova attualmente sistemazione nella struttura progettata dall'architetto Luca Beltrami per volontà di Papa Pio XI.

Al primo nucleo di 118 opere, inizialmente ospiato presso l'ottocentesco Giardino Quadrato, negli anni sono state aggiunte varie opere fino a costituire una collezione di ben 460 dipinti, organizzati nelle sale della Pinacoteca Vaticana secondo periodo cronologico e scuole di stile.

Il Museo Gregoriano Egizio, fondato da Papa Gregorio XVI nel 1839 d.C., fu organizzato secondo le indicazioni dell'egittologo italiano, padre L.M.Ungarelli.

Le opere sono ospitate all'interno del palazzo di Innocenzo VIII nelle sale affrescate da artisti come il Barocci e lo Zuccari e con la famosa terrazza del "Nicchione della Pigna". I reperti dell'antico Egitto sono stati raccolti sia presso la villa Adriana di Tivoli e le altre costruzioni della Roma imperiale sia direttamente in Mesopotamia, Siria e Palestina. Di grande interesse sono le statue del sacerdote Udja-Hor-res-ne, con iscrizioni che sembrano riferirsi alla conquista dell'Egitto da parte di Cambise nel 525 a.C., quelle della Regina Tuia, madre di Ramses II, databile intorno all'inizio del XIII secolo a.C., del re Tolomeo Filadelfo e di Arsinoe II.

Le stanze di Raffaello: gli affreschi degli appartamenti vaticani

Nell'appartamento situato al secondo piano del Palazzo Pontificio scelto da Giulio II della Rovere come propria residenza e poi utilizzato anche dai Papi successivi, Raffaello affrescò quattro ambienti da allora in poi noti come le "Stanze di Raffaello".

La prima sala che si incontra durante la visita, è chiamata "Sala di Costantino" dal nome dell'Imperatore che riconobbe il Cattolicesimo come religione ufficiale dello stato romano.
Lo spazio, destinato ai ricevimenti ufficiali, fu dipinto dagli allievi di Raffaello a causa della prematura scomparsa dell'artista urbinate con quattro episodi della vita dell'imperatore: la "Battaglia di Costantino contro Massenzio", il "Battesimo di Costantino", la "Donazione di Roma" e la "Visione della Croce".
In quest'ultima opera si rappresenta l'episodio secondo cui l'imperatore avrebbe avuto in sogno la premonizione della sua vittoria contro Massenzio, qualora avesse sostituito sulle insegne dei soldati le aquile imperiali con il simbolo della croce.
La seconda sala detta la "Stanza di Eliodoro", era destinata alle udienze private del Pontefice; il fine dei cicli pittorici qui rappresentati è documentare la protezione che Dio concesse alla Chiesa dall'antichità al Medioevo.
Raffaello, con "la messa di Bolsena", rievoca il miracolo, avvenuto nel 1263 d.C. e da cui derivano le celebrazioni del "Corpus Domini", durante il quale l'ostia stillò sangue al rito della consacrazione celebrato da un sacerdote di origine boema.
Sono affrescati anche "la liberazione di San Pietro", che rappresenta il santo tratto in salvo dal carcere da un angelo, "l'incontro di Leone Magno con Attila", caratterizzato dalla apparizione dei Santi Pietro e Paolo armati di spade e la "cacciata di Eliodoro dal tempio", che illustra l'episodio biblico secondo il quale Eliodoro, mandatato dal re di Siria, Seleuco, ad impadronirsi del tesoro nascosto nel tempio di Gerusalemme, fu scacciato da due cavalieri inviati da Dio.
La terza stanza, la "Stanza della Segnatura", prende il nome dal più alto tribunale della Santa Sede, essa contiene i primi ed al tempo stesso più famosi affreschi realizzati da Raffaello negli appartamenti vaticani. L'artista rappresenta le tre massime categorie dello spirito umano, ovvero il vero, il bene ed il bello.
Il vero soprannaturale è rappresentato nella "disputa del SS Sacramento": ai lati della SS Trinità si dispone la Chiesa trionfante, con San Pietro, Adamo, San Giovanni Evangelista, Davide, San Lorenzo, Santo Stefano, Mosè, San Giacomo Maggiore, Abramo e San Paolo seduti in semicerchio sulle nubi. Nella parte inferiore dell'affresco, ai lati dell'altare su cui rimane isolato il SS Sacramento, si dispongono la personificazione della Chiesa militante e, sui troni di marmo, San Gregorio Magno, San Girolamo, Sant'Abrogio e Sant'Agostino.
Il vero razionale è il tema della "scuola d'Atene" dove Raffaello ritrae i filosofi dell'antichità: al centro Platone indica il cielo con la mano ed Aristotele gli risponde accennando alla terra, Pitagora sulla sinistra, in primo piano, tiene lezione e Diogene legge sulle scale; in basso, infine, si trova nell'atto di scrivere su un foglio appoggiato ad un blocco di marmo, Eraclito, nei quali molti riconoscono i tratti di Michelangelo che in quegli stessi anni era intento alla realizzazione della Cappella Sistina.
La categoria del bene è raffigurata nell'affresco "virtù cardinali e teologali e la legge": nella lunetta in alto sono disposte le personificazioni delle virtù cardinali, forza, prudenza e temperanza e delle virtù teologali fede, speranza e carità; ai lati della finestra, invece, sono rappresentate la "consegna delle Pandette all'imperatore Giustiniano" di Lorenzo Lotto e la "consegna delle decretali a Papa Gregorio IX", nella figura del quale probabilmente Raffaello volle ritrarre il committente dell'epoca Papa Giulio II.
Nel "Parnaso" l'artista raffigura la categoria del bello dipingendo il Dio Apollo mentre suona la lira da braccio circondato dalle nove muse, protettrici delle arti e dai poeti, Omero, Virgilio, Dante e Saffo.
L'ultima stanza, la "Stanza dell'Incendio di Borgo", era utilizzata durante il pontificato di Giulio II per le riunioni del tribunale della "Segnatura Gratiae et Iustitiae".
Al tempo di Leone X questo ambiente fu poi destinato a sala da pranzo e l'incarico di dipingere le pareti, affidato inizialmente a Raffaello, ricadde poi sui suoi allievi. Gli affreschi illustrano "l'incoronazione di Carlo Magno","il giuramento di Leone III", "la battaglia di Ostia" e "l'incendio di Borgo" che divampò nel 847 d.C. nel quartiere vicino a San Pietro e cessò miracolosamente dopo una benedizione solenne impartita dal Pontefice.

Piazza San Pietro fu realizzata tra il 1656 e il 1667, su incarico di Alessandro VII Chigi, da Gian Lorenzo Bernini. L'architetto diede vita ad una delle sue più belle scenografie, creando lo slargo trapezoidale che partendo dalla facciata si allarga nei due bracci semicircolari del colonnato, a disegnare un'ellisse di 240 metri di larghezza

Al centro della Piazza svetta l'obelisco vaticano portato a Roma da Caligola, per decorare la spina del Circo di Nerone, dove San Pietro fu ucciso: anticamente sulla destra dell'attuale Basilica.Fu Sisto IV a far spostare l'obelisco dalla sua sede originale. Per il trasporto, del quale si occupò Domenico Fontana, furono necessari 4 mesi e l'impiego di numerose macchine e uomini. In quest'occasione fu emessa una legge che proibiva di fare qualsiasi rumore prevedendo durissime pene per i trasgressori.Le due ali del colonnato, le braccia della chiesa che avanzano ad accogliere ed accompagnare i fedeli di tutto il mondo verso il centro della cristianità, sono formate da 284 colonne e sormontate da 140 statue.Il palazzo apostolico, residenza del Pontefice, sovrasta il braccio destro del colonnato e le prime tre finestre dell'ultimo piano corrispondono all'appartamento privato; dalla finestra centrale, quella dello studio, il Papa, la domenica, impartisce la benedizione dell'Angelus.Sul fianco destro della basilica è visibile il tetto e parte della Cappella Sistina, dove si svolge il Conclave e solo in quest'occasione viene collocata la ciminiera per la famosa fumata. Alla Cappella Sistina si accede dai Musei Vaticani.

La cupola, ultima grande opera di Michelangelo, ha un diametro di circa 43 metri ed è impostata su quattro arcate che poggiano su quattro piloni di 71 metri di perimetro. Quando l'artista morì era già stato alzato il tamburo sul quale si aprono 16 finestre.

Fu Giacomo della Porta a portare a termine il lavoro con la costruzione della calotta, alzandola di circa 10 metri rispetto al progetto di Michelangelo e facendole perdere la forma rotondeggiante prevista dal progetto originale. L'altezza da terra è di oltre 136 metri. Successivamente furono realizzati i mosaici su cartoni del Cavalier D'Arpino

 
 
   
 
Email